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giovedì 3 marzo 2011

Barbatelle


La tecnica adottata dal mio predecessore (zio)
nella produzione di barbatelle, consisteva nel
potare le viti a novembre e infilare nel terreno
le porzioni di tralcio destinate allo scopo, con
il risultato che questi quasi mai attecchivano. 


L'anno scorso ho deciso di dare una svolta
agli eventi potando in gennaio e conservando
i tralci in un secchio di sabbia umida chiuso in
un sacco di plastica, alla scopo di evitare la
disidratazione delle future barbatelle.
I risultati sono stati buoni: una ventina di tralci hanno
 emesso le radici e alcuni sono stati trapiantati
qua e la intorno alla cascina. In attesa di poter
gustare i frutti di queste nuove viti, ho ripetuto
l'operazione...

6 commenti:

  1. Anch'io l'ho fatto per l'uva fragola e il Kiwi ...pare abbiano attecchito.

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  2. Forse lo sai,se le metti a dimora in questo periodo emetteranno il primo fiore già quest'anno.

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  3. il mio uomo tigre sono anni che insieme ad un amico vuol metter su una vigna...non credo che ci riusciranno mai...hanno già dei lavori impegnati...ma spesso li trovo a confabulare sulle barbatelle di non ricordo che qualità...gli rigiro il post...magari gli può tornare utile.
    io spero che il progetto vada in porto ma solo perchè così otterrei un mio orto ^_^

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  4. Ciao.
    Quante gemme è consigliato interrare e quante lasciare fuori? E ancora: solo rami di un anno o vale la pena provare con quelli di due?
    Grazie.
    Antonello

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  5. Ciao Antonello, io uso tralci di un anno con 4/5 gemme e ne interro 2. I tralci di due anni penso abbiano più difficoltà ad emettere radici.

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  6. Grazie.
    Io avevo fatto qualche prova con tralci di un anno con solo 2 gemme (in tutto) e, pur avendo radicato, sembravano davvero troppo corti, soprattutto la parte aerea; adesso ho un'altra conferma.
    I rami di due anni permetterebbero di avere una pianta un po' più tozza (i miei tralci sono più esili dei tuoi), ma anch'io temo che non ce la facciano. Però chissà, magari faccio una prova e se funziona ti dico.
    Ciao
    Antonello

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